Posso resistere a tutto tranne che alle tentazioni.

Oscar Wilde

sabato 2 marzo 2024

Senza titolo: un riassunto

    Anno domini duemilaventiquattro. Scrivo di nuovo un post sul mio blog. Cosa si prova a tornare indietro nel tempo? Nulla, tutto, troppo. La vita è diversa eppure uguale. Ho fatto passi avanti? Pochi, forse pochissimi. Sono fidanzata da cinque anni, sono all'università da quasi otto, ma ho cambiato facoltà perché ciò che avevo scelto non mi piaceva e mi faceva star male. Ho vissuto anni di depressione e ansia, poche soddisfazioni, pochi amici, alcuni molto buoni. Non so se mi sono innamorata mai, però amo molto la persona con cui condivido la mia vita. 

    Nel duemilatredici immaginavo la mia vita molto diversa, anzi, avevo in qualche modo la consapevolezza che all'esistenza a cui aspiravo non ci sarei arrivata mai, sia per incompetenza che per debolezza di carattere. Avevo ragione, ma tutto sommato non mi pento di non averla raggiunta. Immaginavo il corporate dream americano, di fare tutti i passi necessari per scalare la vetta sociale (università in facoltà STEM con la lode, ovviamente), essere assunta in qualche studio o azienda di prestigio, farmi un nome, diventare "qualcuno", avere soldi. In barba ai miei compagni di classe che in me vedevano solo una tipa probabilmente antipatica, che aveva la noiosa tendenza a fare la saputella, che non sbagliava quasi mai un compito, di sicuro non un'interrogazione. Invece, no. Ho cannato la vita, almeno per il momento. 

    La facoltà STEM l'ho persino scelta all'inizio, dopo test di ammissione con esiti pietosi a Milano e Torino. Ho scelto ingegneria. Mi sono voluta punire, inconsciamente per lo più. Per me, finché sono stata a scuola, scegliere un corso di laurea umanistico sarebbe stata la morte. Niente lavoro, niente prestigio sociale. Nella mia città di provincia, così misera e piuttosto squallida, vivevo proiettata in avanti di anni, in un delirio competitivo con l'immagine ideale di me stessa che avrei dovuto superare o, almeno, eguagliare. Quindi ho preso ingegneria a Torino, mi sono trasferita, ho conosciuto belle persone e altre molto meno belle. Mi sono fidanzata per la prima volta, ho dato il mio primo bacio, la mia prima volta. Esperienze deludenti. Capita. Però succede anche che siano belle. Sono stata lasciata per la prima volta. Ho fatto amicizia, per la prima volta, con un gruppo di persone tutte diverse. Li ho persi quasi tutti con il tempo. Sia chiaro, non sono morti sono solo andati avanti con la propria vita. Io sento di non averlo fatto. Ho affrontato una brutta depressione, ho preso psicofarmaci, volevo morire. Sono andata in terapia, ci sono rimasta per quasi sette anni, l'ultima seduta è stata gennaio scorso. Un piccolo traguardo. Nel frattempo i miei amici si sono laureati, sia in triennale che in magistrale, ho applaudito loro quando sono usciti con la corona d'alloro sulla testa, poi hanno cominciato il dottorato o adesso lavorano. C'è chi si è trasferito in un'altra città, per compiere il vero riscatto sociale. C'è chi ha comprato casa con l'aiuto dei genitori. Io sono in affitto con il mio ragazzo, è un bell'appartamento, luminoso, spazioso, soprattutto silenzioso. Mi piace il silenzio. Non mi piace quando comincia a farmi pensare troppo, allora devo fare rumore, devo coprire i pensieri che vagano, l'ansia che avanza. Quindi metto su una serie, metto la musica o Barbero che mi spiega il passato. E se non basta via con Instagram, scorrere meme finché non anestetizzo la mente. Non è una buona strategia credo, ma è quella che al momento si sposa meglio con la mia vita. 

    Ho finito la triennale solo quest'anno. O meglio, sto ancora scrivendo la tesi. Sì la tesi, chissà. E poi? Poi la magistrale. Si ma in cosa? Sempre Lettere. Eh, ma quale? Eh... volevo prendere Digital Humanities sai, quella nuova. Mmh sembra interessante. Sì. E poi? Eh. 

    Pensare al futuro in un'Italia che cade a pezzi. Non ci riesco. Mi immagino povera, in difficoltà con le cose banali della vita: le bollette, la spesa, i risparmi. Ho la paura egoistica della morte dei miei genitori. Io sono finita senza il loro appoggio. Mi mantengono, io non lavoro, studio. Ci sentiamo ogni tanto, scendo giù in Puglia ogni tanto, feste comandate sempre. Loro invecchiano, io pure. Sembra sempre tutto uguale. Vedo mio padre incanutito, la pelle floscia delle guance. È andato in pensione quest'anno, ma continuerà a lavorare. Settecento euro al mese di pensione. Mia madre insegna ancora, poco, ma lo fa. Non le piace più già da un po' ma non ha maturato gli anni per andarsene anche lei. Ho paura di ogni loro domanda. Hanno passato la vita a ignorarmi per lo più, forse non erano in grado di avvicinarsi a me. Adesso credo che si rendano conto di quanto la mia assenza pesi loro. Ma sono anche un altro tipo di peso. Migliaia di euro spesi per me, per la mia istruzione, per trovarmi un lavoro. Sì, un lavoro. Ma quale? Come si fa a trovare un lavoro? Come si convince il tipo delle risorse umane che sei un buon investimento? E poi come si trova la forza di andare a lavorare? Io non ce l'ho. L'altro giorno scherzavo con il mio ragazzo "vivo in pensione anticipata", scrivo la tesi, sono a casa tutto il giorno, tutti i giorni. In fondo, non ho nulla da fare. Gestisco il mio tempo malissimo. Difficilmente riesco a buttare giù qualcosa... mi distraggo, per lo più, per non pensare. 

    Odio la mia vita. Se paragonata a quella dei miei pochi amici. Sento una FOMO costante, eppure non agisco mai. Ci vuole troppo per preparami, cercare di farmi bella, uscire e non sentire gli occhi di sconosciuti addosso che sanno che non vali un cazzo. Che vivi nella bambagia senza un problema al mondo, perché tanto ci sono mamma e papà che ti mantengono. Per una stupida triennale in Lettere moderne ci hai messo sei anni e ancora non hai la più pallida idea di cosa fare dopo. Perché tanto non lo sai. Non hai ottenuto nulla finora. Non hai una laurea, non hai fatto esperienze, non hai amici. Passi il tempo sola tutti i giorni, marcendo fino al midollo senza portare a termine nulla. Non hai passioni, hobby. Il tempo libero è tutta la tua giornata. Rivivi nella tua testa episodi del passato, come una playlist in shuffle continuo. Fai continuamente discorsi immaginari con chiunque, tua madre, tuo padre, una tua amica, il tuo fidanzato, ma mai davvero. Sono discorsi anche belli, importanti. Rimangono là, nella tua testa. Si affollano, insieme a tutta la merda che ti porti dietro. Sono una privilegiata, mi sento in colpa sempre, perché non è giusto ma grazie a Dio o chi per lui che sia così. Io non sono una che sopravvive, io sopravvivo perché c'è qualcuno che mi prende e mi rialza. Sopratutto qualcuno con i soldi. 

    In questi anni ho sempre dubitato di me stessa. Anzi, ho sempre oscillato tra il sentirmi superiore a tutti gli altri e il sentirmi un essere estremamente inferiore. Tutti bei voti a scuola, i professori mi dicevano che ero intelligente, i miei parenti mi dicevano "Brava!". Gifted child, si dice no? No, era il resto che era mediocre e ho sempre avuto tanti aiuti. Mia cugina con matematica mi ha regalato ripetizioni per almeno tre anni del liceo, probabilmente senza di lei mi sarei accorta che fisica e matematica non erano per me.  E poi sbam, l'università. Valutazione Esame: non superato. Valutazione Esame: Non superato. Quindi sono stupida, non sono al pari degli altri. Sì ero stupida. In una facoltà come quella sì. Allora cambiamo. Valutazione Esame: 24/30. Mmh, forse sono stupida e basta. No, non lo sono. Ma sono tremendamente insicura, ansiosa e poi studio male, a memoria. Cambia metodo, un po' meglio, 27. Ci vorrà un po' per capire, ma in fondo serve culo e basta. Ma l'intelligenza mica sono solo i voti. Sì e no, almeno per me. 

    Mi pare di essere diventata così consapevole attraverso la terapia, di aver scoperto come analizzarmi e come analizzare gli altri. La consapevolezza mi da superiorità. In fondo, devo essere particolarmente intelligente per capire me stessa e gli altri, no? No, probabilmente no. Eppure capisco le persone meglio di come capiscano se stesse, no? No, sbagliato anche quello. Io non so proprio nulla, né di me né di altri. Sono arrogante, saccente, penso di aver capito il mondo e poi non è vero niente. E poi mi considero meglio degli altri perché ho letto qualcosa, un paio di saggi femministi, ha fatto un paio di manifestazioni in piazza, sono andata alla presentazione di qualche libro interessante, ho partecipato a un corso sui pericoli dei social, con tematiche complesse sugli influencer, lo sharenting, il washing delle multinazionali, le istanze collettive verticalizzate da singoli che perdono di forza e impatto, l'uso dei movimenti sociali che vengono estetizzati rendendoli prodotti da vendere a chi vuole sentirsi woke, autoassolvendosi dal reato capitalista del consumo. Ma non so argomentare nulla, non so spiegarlo, non ne ho parlato con nessuno, non riesco a controbattere se mi dicono "eh allora proponi un modello alternativo" o "eh ma almeno così anche se ne parla l'influencer CF ci sarà almeno qualcuno che si riconosce e poi sparge la voce". E che gli vuoi dire? Boh, io non lo so, mi mancano le basi, mi manca la semantica, il lessico, lo studio e la filosofia, soprattutto l'esperienza. Quella dei collettivi, di chi organizza manifestazioni, di chi fa volontariato, di chi conosce le realtà per cui e contro cui combatte.  

    Ho ventisei anni (quasi e mezzo) e mi sento il negativo di quell'immagine di me che avevo in testa durante l'adolescenza. I denti sono neri e le iridi sono bianco-azzurre. Mi mancano tanti tasselli, sono un puzzle incompleto perché i pezzi non si trovano. Sono stati buttati, si sono rotti e chi il puzzle lo sta facendo non ha proprio voglia di cercarli o inventarsene di nuovi. 

    Anno domini duemilaventiquattro, io sto scrivendo questo scempio sgrammaticato invece di dedicarmi alla mia tesi in letteratura. Addio. 

sabato 21 settembre 2013

Between the lines #6

Salve gente! Facciamo che la rubrica la aggiorno tra sabato e domenica? Meglio.
Come è stato il rientro?? Per quanto mi riguarda: drammatico!! Ma non sono qui per parlarne..
Allora si comincia!! 
Regole: 
 1. Dire tre numeri a caso, di cui il primo deve avere due cifre, il secondo compreso fra 1 e il numero di pagine del libro e il terzo da una a due cifre tra 1 e 39-in genere la quantità di righe presente in una pagina. 
2. Scegliere dalla propria libreria o ibookshelf, partendo da sinistra, il libro che corrisponde al primo numero.
3. Cercare la pagina corrispondente al secondo numero
4. Trascrivere la riga rappresentata dal terzo numero


I numeri sono...
*motivetto fischiettato*

                                                          18-107-8

Cappuccetto Rosso Sangue di Sarah Blakley Cartwright e David Leslie Johnson 

                                         

                                                                  -Aspettate

Non consiglio questo libro, non vale i soldi spesi per comprarlo.
Non ricordo molto della trama, ma nell'edizione che ho io l'ultimo capitolo dovevi scaricarlo in pdf dal sito del libro. Cosa che ho odiato profondamente. Non solo spendi 17€ ma non hai nemmeno l'ultimo capitolo!! WTF? In quel periodo usciva in contemporanea anche il film omonimo tratto dal romanzo, è ovvio che fosse un modo per incentivare a vedere anche il film..
Se non l'avete visto non vi perdete niente, è zeppo di roba già vista!! XC 
Si conclude qui la rubrica!

Un bacio cari e alla prossima

Midnight

domenica 8 settembre 2013

Between the lines #5

Miei cari, che vi devo dire? Ormai mi conoscete, mi dimentico spesso le cose, ho la percezione sfasata del tempo... e si mi sono dimenticata di nuovo che ieri era sabato e che il sabato c'è Between the lines. Ma oh, ormai sto qua. ;) Allora muoviamoci!!

Regole:
 1. Dire tre numeri a caso, di cui il primo deve avere due cifre, il secondo compreso fra 1 e il numero di pagine del libro e il terzo da una a due cifre tra 1 e 39-in genere la quantità di righe presente in una pagina. 
2. Scegliere dalla propria libreria o ibookshelf, partendo da sinistra, il libro che corrisponde al primo numero.
3. Cercare la pagina corrispondente al secondo numero
4. Trascrivere la riga rappresentata dal terzo numero


I numeri sono...
*musichetta d'attesa*

                                            20-57-23

                         Il diario del Vampiro - la Genesi di Lisa J. Smith


     <>, mi esortò, mentre un liquido che sapeva di liquirizia mi scendeva nella gola.

Ho letto tutta la saga del Diario del Vampiro fino al volume Alba. E devo dire che mi ha fatto veramente schifo.. Non solo per come è scritto, una bambinetta di 10 anni saprebbe fare meglio, ma per la trama stessa! Senza spoilerare troppo: uno prima muore, poi diventa vampiro, muore di nuovo e diventa una specie di angelo con il cervello di un bambino di 3 anni, poi ridiventa umano per poi scoprire di non esserlo veramente...!! WTF???!!! Questo libro, fortunatamente, fa parte di una trilogia scritta non dalla Smith - thanks God!- ma da autori anonimi.(vedi perche' qui) Insomma per farla breve non a nulla a che fare con la storia di cui sopra.
Il libro è il primo della trilogia i Diari di Stefan, ed è il diario di Stefan Salvatore (la faccia del libro) che racconta di come è diventato vampiro e bla bla bla...
Non lo consiglio, ma se siete curiosi di sapere com'è potete trovarlo benissimo su Internet senza spendere 12,90.
Non mi è piaciuto, come avete potuto capire, e l'ho comprato solo perchè è una sorta di prequel del telefilm, che invece è un prodotto decisamente migliore dei libri. Ecco, consiglio di vedere TVD (The Vampire Diaries). ;D
Un bacio e alla prossima!

Midnight

sabato 31 agosto 2013

Between the lines #4

Cari sono tornata! Due giorni fa per la precisione, e ora eccomi ad aggiornare la mia rubrica Between the lines ;D alle 23:41 si, ma almeno me ne sono ricordata, no?
Allora magari in un prossimo post vi raccontero' cosa e' successo mentre ero via, oppure no, tutto dipende dalla voglia che ho...
Comunque diamo inizio alle danze!!

Regole:
1. Dire tre numeri a caso, di cui il primo deve avere due cifre, il secondo compreso fra 1 e il numero di pagine del libro e il terzo da una a due cifre tra 1 e 39-in genere la quantità di righe presente in una pagina. 
2. Scegliere dalla propria libreria o ibookshelf, partendo da sinistra, il libro che corrisponde al primo numero.
3. Cercare la pagina corrispondente al secondo numero
4. Trascrivere la riga rappresentata dal terzo numero


I numeri sono 
*trattenete il respiro* 

                                              14-228-21

                              La Scacchiera Nera di Miki Monticelli


Lo guidai mentre si sforzava di far scivolare lo spadone verso di noi.

Letto in due giorni nel lontano 2009, se non erro. Ho amato tantissimo la storia, i personaggi, l'ambientazione... Amore a prima vista!!  Consigliatissimo, primo di una trilogia - purtroppo non ho ancora preso il terzo volume nonostante sia uscito da unn po'- e poi vogliamo parlare della copertina? ahh amazing!! Si riconosce a chilometri di distanza la mano di Paolo Barbieri, diverse copertine dei libri che ho sono opera sua; una volta gli ho pure scritto e mi ha anche risposto!! XD sto divagando come al solito... T.T
Se avete voglia di scoprire come funziona il mondo sulla Scacchiera non dovete fare altro che comprarlo C:
Un bacio

Midnight